restauro dei ponti

I ponti, costruiti prevalentemente in muratura - anche se non mancano esempi di costruzioni in metallo (ghisa) e legno -, necessitano di continue opere di riparazione al fine di mantenerne la funzionalità.

Ogni intervento di restauro prevede, quale fase preliminare, un accurato rilievo geometrico e topografico, indagini per la diagnostica e l'accertamento dello stato dei materiali e del sistema strutturale. I danni generalmente rilevabili nei ponti in muratura riguardano il degrado delle murature sottostanti i punti di appoggio del ponte, il distacco dell'intonaco dell'intradosso, il disallineamento - dovuto a urti o al naturale degrado - delle armille, la formazione di crepe longitudinali lungo l'intradosso della volta (indizio della presenza di sottoservizi nello spessore dell'arco) e di crepe simmetriche orizzontali alle reni, la perdita di forma e consistenza della volta. Al consolidamento delle fondazioni e dei piedritti, operazione da eseguire in condizioni di marea estremamente bassa o con il livello dell'acqua abbassato artificialmente, segue il ripristino dei conci in pietra delle arcate (armille) e quindi il risanamento della volta in mattoni mediante interventi di "scuci-cuci" e il risarcimento del materiale asportato a causa della posa di condutture. Vengono infine posate le nuove canalizzazioni, collocate all'interno delle sovrastrutture di finitura, e la pavimentazione di trachite. Più raro è il caso di una ricostruzione completa delle strutture ormai prossime al collasso e non restaurabili. Nel caso dei ponti in ghisa, l'intervento di restauro mira a mantenere quanto più possibile le fusioni del XIX secolo, ricorrendo a interventi di saldatura o imbullonatura degli elementi strutturali nonché ad adeguamenti dei profili mediante l'uso di materiali compositi.