intervento concluso

ex magazzino della Biennale in paludo Sant'Antonio

Castello 788-788B, 836-836D

commessa 2

committente Comune di Venezia
stazione appaltante Edilvenezia spa
importo 861.724,50 euro
inizio-fine lavori marzo 1988 - luglio 1990
responsabile intervento geom. Rinaldo Povelato
direttore tecnico ing. Flavio Bellin
progetto architettonico arch. F. Bortoluzzi
progetto strutturale ing. D. Gallo, ing. G. Gazzola
progetto impianti arch. A. Monaco
direttore dei lavori arch. A. Monaco
impresa esecutrice Consorzio veneto cooperativo srl
lavori di ristrutturazione edilizia con realizzazione di 15 alloggi (demolizione del fabbricato esistente e sostituzione con cinque moduli residenziali, realizzazione degli impianti, lavori di risanamento edilizio e ambientale)

Il capannone in paludo Sant'Antonio, utilizzato come deposito dalla Biennale di Venezia a partire dagli anni cinquanta, fu realizzato nella seconda metà dell'Ottocento e inizialmente adibito a squero. Il fabbricato venne ampliato nella prima metà del Novecento, portandolo a due piani e, con l'abbattimento di due unità edilizie contigue, raggiunge la lunghezza attuale. Si forma così un lotto di 30x13 m circa, occupato interamente da una costruzione in mattoni pieni coperta da un tetto a falde. L'edificio, posto a chiusura della cortina edilizia compresa tra le calli parallele di rio Terà di San Giuseppe a nord e paludo Sant'Antonio a sud, è lambito dal canale di San Pietro a est. Il fabbricato esistente viene demolito e sostituito, rispettandone le volumetrie e i profili, da cinque moduli residenziali, di cui quattro passanti e uno di chiusura sul canale di San Pietro. La soluzione distributiva separa sui due fronti opposti gli accessi ai corpi scala e al piano terra e permette di collocarvi 15 alloggi, di dimensioni tra i 63 e i 74 mq, su tre piani. Sono infatti accessibili da rio terà di San Giuseppe, due scale a rampa unica, sviluppate su tutta la profondità dell'edificio, che servono 2 alloggi al primo e 2 al secondo piano delle quattro unità passanti, distribuendo gli ingressi rispettivamente alla metà e alla fine della scala, mentre una scala a L serve i 2 alloggi collocati ai piani superiori della testata. Si entra invece da paludo Sant'Antonio in tutte le 5 abitazioni al piano terra. Internamente è così possibile disporre sempre il pranzo-soggiorno a sud e le camere a nord, pavimentate in terrazzo alla veneziana. La struttura in setti di mattoni pieni da 30 cm, su interasse di 5,85 m, sorregge la copertura a tre falde, in cui sono inseriti i quattro abbaini necessari per illuminare e aerare le cucine degli alloggi al secondo piano.
La diversa finitura superficiale delle facciate - verso paludo Sant'Antonio in mattoni pieni a vista lavorati a mano, il fronte opposto e l'intera testata protetti con intonaco termoisolante giallo ocra -, è dovuta alle modifiche eseguite, dopo la chiusura dei lavori, in relazione all'eccessiva porosità dei mattoni nelle pareti esposte a pioggia battente. Il fabbricato, isolato dall'umidità e dalla salsedine mediante una barriera di piombo inserita nello zoccolo e dotato soprattutto, oltre di riscaldamento autonomo, di un impianto fognario a fosse settiche collegato alla condotta comunale, costituisce per il periodo un esempio importante di risanamento edilizio e ambientale.

i numeri
15 alloggi: 1 da 74 mq, 1 da 72 mq, 1 da 69 mq, 8 da 65 mq, 4 da 63 mq